Il documentario ricostruisce il periodo di reclusione di Antonio Gramsci, arrestato l'8 novembre 1926 e condannato a vent'anni di carcere dai tribunali fascisti. In prigione Gramsci rivive le tappe della sua carriera politica e della vita privata: in particolare la fondazione del partito comunista, l'inutile resistenza all'offensiva della destra, il matrimonio, l'arresto, il conflitto con Togliatti.
Nel carcere politico fascista di Turi il politico finì per alienarsi i "compagni" di reclusione per le sue franche e acerbe critiche, tanto all'URSS di Stalin quanto al comitato centrale del PCI italiano. Le sue penose condizioni di salute indussero le autorità a trasferirlo in una clinica di Formia prima e in una di Roma poi, dove morì il 27 aprile 1937.