Un'installazione fotografica che mette in luce l'archivio Giuseppe Palumbo, uno straordinario patrimonio visivo composto da oltre 1700 lastre fotografiche per immergersi nei paesaggi urbani, extraurbani, costieri e per incontrare le genti che hanno abitato il Salento tra il 1907 e il 1959. Giuseppe Palumbo è stato un osservatore impegnato e curioso, un vero intellettuale attento alla conservazione di un mondo in trasformazione, più che un semplice tecnico dello scatto fotografico. Contadini, artigiani, cantastorie, tessitrici, piccoli pastori con le loro greggi, il fotografo che girava il Salento in bicicletta, ha sempre mantenuto un contatto con gli abitanti del territorio. Palumbo documentava i luoghi, le genti, le tradizioni, i monumenti preistorici per denunciarne l’incuria e la distruzione che avveniva per far spazio a nuove strade e costruzioni. Una storia che si ripete e che rende attualissimi i temi e le riflessioni che l'installazione vuole sollecitare attraverso uno sguardo nuovo su un archivio “aperto” e, come nel desiderio dello stesso fotografo, destinato alla fruizione pubblica.
Giuseppe Palumbo nasce a Calimera (Lecce), nel 1889 in un’agiata famiglia di proprietari terrieri. Giornalista, attento studioso del territorio, si è occupato di una grande quantità e varietà di temi che spaziano dalla cultura alle tradizioni popolari, dal patrimonio archeologico a quello architettonico, collaborando con riviste di respiro locale e nazionale. Le sue prime immagini fotografiche risalgono al 1907: era l’inizio di una lunga attività di acuto indagatore della cultura popolare salentina, curioso di scoprire e rilevare i momenti del lavoro e della vita sociale, i beni storico-architettonici e le sue bellezze naturali. Muore il 26 settembre 1959 a Lecce.